Inconferibile l’incarico di Presidente del Cda di un’Azienda a partecipazione totalmente pubblica che gestisce la raccolta e gestione dei rifiuti se questi è al contempo anche Amministratore delegato di un’altra Società pubblica che opera nello stesso Settore.
Questo il Principio stabilito dall’Autorità nazionale Anticorruzione con la Delibera n. 296 del 21 giugno 2022, che precisa che, ove questo dovesse verificarsi, la conseguenza sarebbe l’immediata decadenza del Presidente dall’incarico.
Il caso su cui si è espressa l’Anac riguarda un importante raggruppamento di Comuni dell’Alta Toscana. Sebbene l’Ente in questione abbia fatto appello al fatto che l’incarico del Presidente sarebbe stato conferito “senza deleghe gestionali”, l’Anac ha fatto presente che i poteri attribuiti al Presidente riguardavano invece poteri interpretabili come deleghe operative di grande rilevanza: acquisti, permute, transazioni, alienazioni mobiliari e immobiliari, ed altri poteri di amministrazione e gestione.
Pertanto, questo è da considerarsi a tutti gli effetti Amministratore di Ente privato in controllo pubblico. La legge stabilisce l’inconferibilità di tale incarico “se la medesima persona è già Amministratore delegato di altra Società pubblica, partecipata da altri Comuni, per svolgere lo stesso ruolo”. Tale decisione, secondo quanto descritto nella Delibera, è motivata anche dal fatto che viene considerato che entrambi i Consorzi di raccolta e gestione dei rifiuti operano in un’area di prossimità, all’interno dello stesso territorio e della stessa Regione.