Con il ricorso in epigrafe è stato impugnato il verbale n. 260 del 1° marzo 2022 della Commissione giudicatrice del concorso per l’immissione nei ruoli organici della magistratura ordinaria bandito con D.M. 29.10.2019, contenente il giudizio di non idoneità relativamente alle due prove scritte di diritto penale
e di diritto civile svolte dal ricorrente.
A sostegno del ricorso sono state formulate, in unico motivo, le censure di eccesso di potere per malgoverno del potere tecnico-discrezionale sotto il profilo dello sviamento, della illogicità e manifesta ingiustizia, in rapporto ai criteri di valutazione fissati dalla stessa Commissione giudicatrice che ad essi
si era autovincolata (verbale n. 8 del 23.7.2021).
Il ricorrente avrebbe svolto i temi proposti dalla Commissione esaminatrice, sviluppandone ogni loro aspetto con aderenza alla giurisprudenza e alla dottrina in materia, come comprovato dai pareri pro veritate prodotti in giudizio. Su 3797 candidati, solo 220 sarebbero stati ammessi a sostenere la prova orale, numero particolarmente esiguo rispetto ai 310 posti messi a concorso.
La Commissione avrebbe quindi, evidentemente, espresso valutazioni eccessivamente restrittive e violative degli stessi criteri di valutazione prefissati. Si sono costituiti il Ministero della Giustizia e il Consiglio Superiore della Magistratura resistendo al ricorso.
Con ordinanza n. 5188 del 4 agosto 2022 questa Sezione ha respinto l’istanza cautelare, rilevando che il giudizio impugnato, per quanto opinabile, non appariva palesemente irragionevole, immotivato o disancorato dai criteri di valutazione predisposti dalla commissione esaminatrice.
All’udienza pubblica del 24 maggio 2023 il ricorso è stato trattenuto in decisione.
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