Niente coprifuoco, ma ristoranti, bar, pub, gelaterie e pasticcerie dovranno chiudere alle 24 e riaprire alle 5 solo se hanno la possibilità di servire i loro clienti al tavolo e con un massimo di sei persone sedute per ogni tavolo. Altrimenti, saranno costretti a chiudere alle 18 (prima era alle 21). Con l’obbligo per tutti gli esercenti di esporre all’ingresso un cartello con il numero massimo di persone che potranno sostare contemporaneamente all’interno del locale (i protocolli prevedono 4 metri quadrati di distanziamento fisico per ogni cliente). Sarà possibile l’asporto dei cibi fino alle 24, ma con il divieto di consumazione «sul posto o nelle adiacenze».
Nel nuovo DPCM compare la novità delle “zone rosse anti-movida”, scelte dai sindaci a livello locale: i primi cittadini potranno infatti decidere la chiusura al pubblico dopo le 21 di vie o piazze nei centri delle città – i luoghi spesso più ricercati dal popolo degli aperitivi – dove si possono creare situazioni di assembramento, «fatta salva – si legge nel Dpcm – la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private». Una misura che ha già fatto storcere il naso agli Enti locali che chiedono di ripensarci perché «è un coprifuoco sulle nostre spalle». Ma c’è chi come la sindaca di Roma Virginia Raggi sta già valutando di utilizzarlo nel prossimo weekend.