Il governo ha annunciato il de-finanziamento di 9 misure del Pnrr. Questo per gli enti locali significa un taglio di risorse per oltre 13 miliardi.
Il governo ha giustificato questa scelta spiegando che si tratta di investimenti che in gran parte finanziano progetti in essere. Cioè ideati prima dell’avvio del Pnrr e spesso non in linea con vincoli e criteri richiesti dall’Ue. Oltre a progetti che per come sono stati ideati rischiano di non essere completati entro il 2026. Tuttavia un simile taglio avrebbe un impatto particolarmente significativo per gli enti locali, in primis comuni e città metropolitane.
Gli enti locali ricoprono un ruolo fondamentale nella realizzazione di buona parte degli interventi previsti dal Pnrr. Questi infatti sono spesso chiamati a svolgere il ruolo di soggetti attuatori. In una prima fase devono partecipare ai bandi ministeriali per assicurarsi le risorse previste. Una volta ammessi al finanziamento devono bandire le gare d’appalto per l’assegnazione dei lavori e verificare che questi siano realizzati nei tempi e nel rispetto dei vincoli previsti. Devono infine contribuire alla rendicontazione complessiva del piano, fornendo tutti i dati sull’avanzamento dei progetti di cui sono responsabili.
In base ai dati forniti da Anci, prima della presentazione della proposta di revisione del governo, gli investimenti destinati dal Pnrr agli enti locali ammontavano a circa 40 miliardi di euro totali. La maggior parte dei quali peraltro – 36 miliardi – sono stati già assegnati attraverso bandi e avvisi pubblici.