Il PIL italiano in primavera si è ridotto dello 0,4% sul periodo precedente; la crescita acquisita del PIL per il 2023 è comunque positiva, pari allo 0,7%. Nel complesso del 2023, grazie a un graduale miglioramento della dinamica produttiva, il PIL aumenterebbe dello 0,8%.
I potenziali shock avversi sul quadro internazionale si affiancano in ambito nazionale alle criticità sull’avanzamento delle opere del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). L’UPB ha adottato un nuovo indicatore sull’accesso al credito utilizzando una combinazione di dati quantitativi e qualitativi, calcolato per l’economia italiana nel periodo compreso tra il primo trimestre 2008 e il terzo del 2023. L’indicatore misura il disallineamento tra condizioni di offerta e di domanda di credito.
L’indicatore contrassegna la recessione del 2008-09 come l’episodio più severo di difficoltà nell’accesso al credito sperimentato dall’economia italiana nel periodo osservato. Alla fase di recupero che ha interessato il 2010 è corrisposta un’offerta di credito relativamente espansiva fino al secondo episodio recessivo nel periodo 2012-14, culminato con l’esplosione della crisi del debito sovrano. L’indicatore si è poi collocato su valori contenuti, confermando che gli ostacoli nell’ottenimento di finanziamenti bancari sono meno stringenti nei periodi di crescita economica sostenuta o di politica monetaria accomodante.
Tra la fine del 2022 e l’avvio del 2023 l’indicatore ha raggiunto un nuovo picco storico, pressoché analogo a quello registrato nel 2008.