Nell’indagine sul pubblico impiego, quest’anno è emerso e si è consolidata una trasformazione del mercato del lavoro che, già emersa nel settore privato negli ultimi due anni, comincia ora a modificare anche il settore pubblico, introducendo una nuova competitività, depotenziando fattori prima d’ora considerati connaturati al lavoro nelle amministrazioni, come il valore del posto fisso e dando più valore ad aspetti prima meno considerati come il benessere organizzativo, la motivazione, la formazione, il lavoro agile.
Una competitività prima di tutto tra impiego pubblico e impiego privato che riguarda soprattutto i profili tecnici, in una condizione di scarsità di personale qualificato che coinvolge tutto il paese e che trova origine anche nella accresciuta necessità di competenze specialistiche per le opere pubbliche infrastrutturali previste nel PNRR.
Competitività però anche tra amministrazioni, perché l’ingorgo di concorsi che hanno visto la luce tra la seconda metà del 2022 e i primi mesi del 2023, hanno provocato candidature multiple e vincitori in più posizioni che si ritrovano ad avere un inedito potere di scelta.
Questa condizione impone alle amministrazioni di rivedere le modalità con cui esercitare il loro compito di datori di lavoro, utilizzando nuovi strumenti e nella consapevolezza di muoversi in una situazione del pubblico impiego comunque difficile.