I Comuni e le altre pubbliche amministrazioni dallo scorso 19 luglio non possono collocare in esenzione i propri dipendenti e possono utilizzare lo smart working per non più del 50% del personale impegnato nelle attività che possono essere svolte con questa modalità di lavoro. Tali disposizioni si applicano anche al personale cosiddetto fragile, cioè esposto a rischi più elevati nella fase di emergenza, che ha diritto al collocamento in lavoro agile ove compatibile con le attività svolte, al pari dei dipendenti che hanno figli fino a 14 anni. .
Queste scelte legislative, contenute nella legge di conversione del Dl 34/2020, impongono alle pubbliche amministrazioni di mettere rapidamente mano alle proprie scelte organizzative nella fase di emergenza da Covid-19. Gli enti sono inoltre chiamati a sperimentare forme di flessibilità negli orari di lavoro del personale, così da ridurre il numero dei dipendenti contemporaneamente presenti nelle sedi.