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TRIBUTI LOCALI – CON LA DELEGA RISCHIO EXTRACOSTI PER GLI ATTI ANNULLABIILI

Il 2024 si presenta come un anno di svolta fiscale per i Comuni, che dovranno cambiare radicalmente il loro modo di operare per garantire una maggiore tutela del contribuente.

Sono da evitare scappatoie procedurali che velocizzano l’attività accertativa, perché le modifiche allo Statuto hanno una loro corrispondenza anche nel nuovo processo tributario, sicché si rischia di emettere atti annullabili dalle Corti di giustizia, con l’aggravio – abrogato l’istituto del reclamo/mediazione, che rappresentava nei fatti una seconda chance per i Comuni di correggere gli errori – di subire la condanna alle spese, anche in caso di successivo annullamento, per il principio della soccombenza virtuale. Sul fronte dello Statuto del contribuente, le modifiche recate dal Dlgs 2019/2023 che impattano sull’operatività degli uffici comunali sono quelle del diritto al contraddittorio e dell’autotutela. Il contraddittorio non riguarda tutti gli atti comunali, essendo esclusi per espressa previsione normativa quelli automatizzati o di pronta liquidazione.

Quindi, gli atti relativi agli omessi versamenti del tributo dovuto sulla base della dichiarazione presentata dal contribuente, o sulla base di dati pubblici, come quelli relativi alle rendite catastali e al possesso di immobili, non sono soggetti al contraddittorio, come pure gli atti di pronta liquidazione, come possono essere le omesse dichiarazioni relative alla Tari, laddove la superficie è predeterminabile, come nel caso delle utenze domestiche o delle utenze non domestiche che di norma non producono rifiuti speciali (uffici e negozi). Il contraddittorio sarà invece necessario laddove si disconoscano agevolazioni o esenzioni dichiarate dal contribuente, o quando la base imponibile non è certa, come per le aree fabbricabili ai fini Imu, o per la superficie assoggettabile Tari per le imprese che producono anche rifiuti speciali.

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