Sono quasi 9mila i posti disponibili, tutti a tempo determinato, già in palio.
La parte del leone la fa il concorso della Giustizia per l’ufficio del processo: 8.171 posti in tutta Italia (la metà di quelli previsti dal Piano) per velocizzare la macchina giudiziaria. L’inquadramento sarà tra il personale non dirigenziale – area funzionale terza, fascia economica F1, con il profilo di addetto all’ufficio per il processo – con una retribuzione netta mensile tra i 1.600 e 1.650 euro.
Il contratto sarà full time, a tempo determinato, per due anni e sette mesi.
Anche se i laureati in giurisprudenza (comprese le lauree triennali in ambito giuridico) partono in pole position (premiati con punteggio aggiuntivo, ad esempio, i tirocini presso gli uffici giudiziari), in ogni distretto ci sono quote riservate per i laureati di economia e scienze politiche. Il concorso è per titoli ed esami: attraverso la formazione e i tirocini si costruisce una prima graduatoria, grazie alla quale si è ammessi alla successiva prova scritta.
E proprio sui titoli i professionisti potrebbero avere chance in più: l’abilitazione alle professioni di avvocato e dottore commercialista garantisce, infatti, tre punti extra. Così come i tirocini presso gli uffici giudiziari e i diplomi delle scuole di specializzazioni forensi.
In generale il concorso guarda ai giovani: extra punteggio se la laurea è stata conseguita da meno di sette anni. La domanda va inviata entro il 23 settembre e a inizio della scorsa settimana erano già arrivate 25mila candidature.
In rampa di lancio pure il secondo concorso della Giustizia per reclutare altre 5.410 figure, anche tecniche (come ingegneri, architetti e geometri).